Compiti e vacanze: equilibrio, non maratone

Compiti e vacanze: equilibrio, non maratone

Sotto l’ombrellone... o sotto pressione?

C'è una scena che molti genitori conoscono fin troppo bene: l’ultima o penultima settimana di agosto, tavolo invaso da libri, bambini rassegnati (o in piena crisi), e una pila di compiti delle vacanze da finire in fretta. Ma c'è anche l’altra faccia della medaglia: chi, con la stessa intensità, decide di togliersi subito “il pensiero” e concentra tutti i compiti nei 15 giorni immediatamente successivi alla fine della scuola. Due strategie opposte, ma con lo stesso problema: poca efficacia, molto stress, e un’occasione educativa persa.

Imparare è un processo, non una corsa (né all’inizio né alla fine)

L'apprendimento richiede tempo, sedimentazione, ripetizione. Quando i compiti vengono concentrati in pochi giorni, che sia a giugno o ad agosto, il cervello non ha il tempo di assimilare realmente le informazioni: è un "fare per finire", non un "fare per capire". Le neuroscienze ci dicono che per memorizzare serve frequenza e distribuzione nel tempo (il cosiddetto "spaced learning"). Tradotto: studiare un po' alla volta funziona meglio. Soprattutto per i bambini!

La bottega delle parole

Concentrarli tutti subito a giugno può sembrare una buona idea (“così poi ci godiamo l’estate”), ma priva i bambini della possibilità di mantenere un contatto regolare e leggero con la scuola durante tutta la pausa. Allo stesso modo, ridurli tutti agli ultimi giorni dell’estate rischia di rovinare il clima del rientro e creare un’associazione negativa con il ritorno a scuola.

In entrambi i casi, il rischio è che i bambini vivano i compiti come un peso da sbrigare, non come un'opportunità di allenare autonomia, responsabilità e curiosità.

Compiti estivi: a cosa servono davvero?

I compiti per le vacanze non dovrebbero essere un castigo da posticipare o da togliersi subito come una medicina amara. Se vissuti con serenità e ben distribuiti nel tempo, possono diventare un rituale piacevole, un modo per mantenere il cervello attivo e allenare l’autonomia.

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Fare i compiti un po' per volta aiuta i bambini a sviluppare il senso dell’organizzazione, a pianificare, a imparare che anche le cose meno “divertenti” possono trovare uno spazio senza rovinare il piacere del tempo libero.

E se è già troppo tardi?

Se vi trovate a giugno inoltrato con la voglia di "fare tutto e basta", oppure ad agosto con l’acqua alla gola... niente panico. Si può ancora salvare l’estate (e l’apprendimento): suddividete le attività in piccoli obiettivi giornalieri, alternate momenti di studio a pause rigeneranti e date valore all’impegno più che alla quantità. In questo modo potete davvero parlare di attività educative.

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E non dimenticate: anche un bambino che ha già finito tutto può essere coinvolto in attività che stimolino mente e corpo, senza bisogno di riaprire i quaderni. Perché l’apprendimento non è mai chiuso per ferie.

Come sempre la differenza sta nel come, non nel cosa

Noi crediamo che il sapere vada coltivato con gioia, costanza e, possibilmente, creatività.

Perché la differenza non la fa solo se i bambini fanno i compiti, ma come li fanno. E accompagnarli con il giusto spirito può trasformare anche il ripasso più noioso in un bellissimo esercizio di autonomia.

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Esistono diversi giochi educativi - attenzione: non abbiamo detto "giochi didattici" - che riescono a coniugare una dinamica di gioco estremamente divertente, leggera e creativa con contenuti che in parte corrispondono a quelli toccati a scuola: praticamente sembrano dei semplici giochi, ma ci servono anche a riprendere concetti e dettagli affrontati sui banchi. Solo che, essendo giocosi, sono estremamente più efficaci di un semplice ripasso, di un noioso manuale o di un gioco strettamente didattico!

E quindi

Non fatevi guidare dalla fretta di finire o dalla paura di dimenticare. Lasciate che i compiti siano un filo sottile che accompagna con leggerezza tutta l’estate. Così i bambini impareranno non solo a scrivere meglio o a fare i calcoli, ma anche a gestire il proprio tempo, ad affrontare un impegno un po’ per volta, a non farsi travolgere dall’ansia.

E, soprattutto, impareranno che ogni stagione ha il suo ritmo. Anche l’apprendimento.

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